Transfer pricing: la nuova disciplina nazionale sulla documentazione

Temi e Contributi
26/11/2010

Premessa

Con il Provvedimento dell’Agenzia delle Entrate del 29 settembre 2010 (n. prot. 2010/137654), sono state introdotte direttamente nel nostro ordinamento specifiche regole con riguardo alle modalità di documentazione dei rapporti  nell’ambito dei Gruppi operanti su scala internazionale.

Le norme che disciplinano la materia del transfer pricing intendono assicurare che i rapporti tra imprese appartenenti al medesimo gruppo multinazionale avvengano in regime di “normalità” e pertanto, a prescindere dai corrispettivi pattuiti negli scambi infragruppo, sotto un profilo fiscale i predetti rapporti si assumono intervenuti “a valore normale”[1]. Dal punto di vista del legislatore italiano la preoccupazione è quella di contrastare le situazioni in cui un prezzo di trasferimento non congruo comporti un nocumento per l’Erario italiano .[2]


Per proseguire la lettura scaricare il documento allegato.


[1] Il contributo non prende in considerazione le importantissime implicazioni di ordine civilistico che transazioni effettuate a valori “non congrui” possono comportare: si pensi a titolo esemplificativo al potenziale pregiudizio arrecabile ai soci di minoranza derivante da “forzature” dei prezzi di trasferimento.

[2] Al contrario, la norma prevede che si possa procedere con una variazione in diminuzione del reddito “soltanto in esecuzione degli accordi conclusi con le autorità competenti degli Stati esteri a seguito delle speciali "procedure amichevoli" previste dalle convenzioni internazionali contro le doppie imposizioni sui redditi”.

 

 

a cura di: 

dott. Andrea Musselli, dott. Gianfranco Peracin, dott. Franco Di Ciaula, dott.ssa Sarah Benettin

 

Pubblicato su:

 

Il Fisco, fascicolo 2, numero 46 2010