L’OCSE ha recentemente pubblicato un progetto denominato “BEPS – Action Plan on Base Erosion and Profit Shifting”, per individuare le linee guida ed i piani d’azione che i governi del G20 potranno adottare nei prossimi due anni per contrastare l’erosione del gettito fiscale dovuta allo spostamento dei profitti delle imprese multinazionali allo scopo di evitare o diminuire la loro tassazione.[1]
Gli ordinamenti nazionali non riescono a tenere il passo con la globalizzazione delle aziende e l’economia digitale, lasciando spazi che possono essere utilizzati per ridurre l’imposizione gravante sulle stesse. L’erosione della base imponibile e lo spostamento dei profitti distorcono la concorrenza, perché i business che implementano strategie fiscali all’estero guadagnano un vantaggio competitivo rispetto a quelli che operano solamente nel mercato interno.
Il progetto OCSE descrive 15 elementi da sviluppare per modificare le regole alla base della tassazione internazionale e per dettare gli standard che permetteranno ai governi di prevenire il fenomeno: riducendo le differenze tra i diversi sistemi fiscali, rivisitando gli esistenti trattati internazionali, ed introducendo delle nuove regole sulla trasparenza ed il reporting alle amministrazioni finanziarie da parte dei contribuenti.
La tassazione è una materia di sovranità nazionale, ma le interazioni tra gli ordinamenti spesso causano distorsioni normative e sovrapposizioni, che possono risultare sia nella doppia tassazione in capo alle imprese che operano in diversi paesi che in nessuna tassazione. Nel contesto interno, la coerenza si raggiunge con il principio di correlazione, secondo cui la deducibilità di un costo trova un parallelismo con la tassazione del ricavo in capo al soggetto attivo di ciascuna operazione, a meno di esenzioni esplicite, ma a livello internazionale questo principio non ha automatica applicazione, lasciando spazio agli arbitraggi degli operatori, nonostante gli stati sovrani abbiano cercato di trovare la suddetta coerenza con strumenti quali i trattati contro le doppie imposizioni. L’evolversi dell’economia digitale è un’ulteriore sfida per la fiscalità internazionale, visto che diventa sempre più complesso identificare i territori dove si generano servizi, valori e profitti.
La disponibilità di informazioni tempestive, specifiche e comprensibili diventa essenziale per le singole amministrazioni che vogliono individuare le aree di rischio, ed i contribuenti necessitano di regole certe e prevedibili per compiere le loro decisioni di investimento.
Le singole fasi che compongono il piano d’azione OCSE possono essere sintetizzate come segue:
Il piano d’azione OCSE è stato presentato all’incontro dei ministri delle finanze del G20 tenutosi a Mosca il 19 e 20 luglio 2013. Il gruppo di lavoro OCSE aprirà il processo di consultazione sul tema con le organizzazioni governative e non, i comitati di studio, le università e gli operatori economici.
[1] OECD (2013), Action Plan on Base Erosion and Profit Shifting, OECD Publishing. http://dx.doi.org/10.1787/9789264202719-en; OECD (2013A), Addressing Base Erosion and Profit Shifting, OECD Publishing. http://dx.doi.org/10.1787/9789264192744-en.
a cura di:
dott.ssa Maria Piovan
pubblicato su:
C&S Informa, volume 14, numero 5 anno 2013